Tutt’altro che timide, le donne di Cas Waterman (Nasce a Soest, Paesi Bassi nel 1958) sono prevalentemente creature a sangue caldo e con i piedi per terra.
Cas Waterman applica la sua tecnica pittorica classica a scene piene di dinamiche: c’è sempre qualcosa da fare e può andare in qualsiasi direzione.
Intanto i suoi nudi lottano contro il nuovo pudore; le donne nelle sue opere si lasciano vedere così come sono: belle, orgogliose e insicure sul passo successivo.
Il suo uso del colore ci ricorda i preraffaelliti come Edward Coley Burne-Jones enfatizzando l’immagine onirica.
Nessuna delle sue donne è la dea perfetta o l’immagine decorativa delle donne nobili che vediamo nei dipinti romantici del XIX secolo. Sono vive, sia emotivamente che fisicamente, senza alcun tentativo di mascherare i loro difetti. Tuttavia Waterman le distrae dalle loro vite mondane ponendole su uno sfondo monocromatico o collocandole in un paesaggio drammatico lontano dal tempo presente.
Le donne di Cas Waterman vivono in un mondo chiuso e spesso intimo che esiste in un bozzolo di calore corporeo. Ciò si traduce in una tensione tra l’atemporalità e la realtà fisica diretta.
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