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Victor Fomyn

Painter

Non abbiamo notizie su Victor Fomyn, sappiamo che é Ucraino e quindi, comprendiamo, visto l’attuale momento, l’assenza di specifiche notizie che lo riguardano. I suoi nudi, la sua pittura, sono qualcosa di estremamente comunicativo. L’Eros e l’allegoria sempre presente, fanno delle sue opere qulacosa di cui il nostro sito non poteva fare a meno…

Erotic Art by Jeff Faerber

Nominato uno dei dieci “più grandi” artisti erotici americani da Dazed Magazine l’artista americano Jeff Faerber è cresciuto a San José, in California, e ha studiato arte alla San José State University e alla School of Visual Arts di New York. Da quando ha lasciato il college si è stabilito a Brooklyn, in un monolocale e in un appartamento che condivide con la compagna e i gatti. I suoi dipinti sono apparsi regolarmente in mostre a New York e oltre.

La sua scelta di soggetti pittorici e stile è meglio riassunta nelle sue stesse parole: “Ho sempre amato disegnare e ho iniziato a dipingere quando avevo quindici anni. Probabilmente ho disegnato prima di iniziare a parlare – dato che sono un introverso era più facile che avere a che fare con le persone. 

Sono cresciuto in un ambiente religioso che non ha funzionato per me. Di conseguenza, sono affascinato da ciò che considero l’arbitrarietà delle visioni del mondo e dei dogmi, e da come anche all’interno di un sistema di credenze possano esserci opinioni contrastanti. I miei dipinti esplorano i valori e la spiritualità che credo dovrebbero essere alla base delle credenze religiose. Approfondiscono il senso di alienazione che può derivare dal tentativo di definire la propria identità all’ombra di una dottrina religiosa eccessivamente rigida.

Sono affascinato dall’atto della creazione, sia in un insieme di credenze che in un dipinto. Nel ricreare il mondo – creare un mondo falso su una superficie bidimensionale – trovo spesso una verità più comprensibile del mondo reale. Le metafore semplificano le idee sfuggenti, in modo che la mente possa avvolgerle. Così l’intangibile diventa tangibile. Cerco di espandere la portata della bellezza facendola comprendere e affrontare gli abusi della cosiddetta società “civilizzata”: la sua decadenza, la sua ottusità, il suo stupro dell’ambiente.

Come uno che è “caduto in disgrazia”, ​​ho un interesse naturale per i perdenti, gli scartati e gli indesiderati. Spesso dipingo o incorporo cartone, spazzatura, materiale dimenticato dalla società, destinato alle discariche. Reagisco a ciò che sento spesso come un’eccessiva sanificazione, la facciata sdolcinata che viene proiettata su di noi dalla commercializzazione di massa. C’è spesso bellezza nella disperazione, e trovo speranza nei colori tenui di ciò che spesso è considerato non bello.”

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